Divinazione, l’Arte di Ascoltare Sé Stessi Guardando le Carte (NO, nelle Carte non si Legge il Futuro)

La divinazione è definita da Wikipedia come la capacità di ottenere informazioni, ritenute inaccessibili, da fonti soprannaturali, si dice inoltre che tale pratica si esprime spesso attraverso un rituale, solitamente in un contesto religioso, e può basarsi sull’interpretazione di segni, eventi, simboli o presagi oppure manifestarsi attraverso una rivelazione.

Questa descrizione riflette alla perfezione il senso comune e va a braccetto con l’idea che nei tarocchi, nei dadi o nei fondi di caffè si possano leggere informazioni sul futuro.

La realtà appare però molto diversa vista dalla prospettiva di chi coltiva la facoltà dell’intuizione da quindici anni e, pur non avendo mai nutrito una particolare simpatia per gli oracoli, ricerca l’universo della coscienza.

Al contrario di quanto si pensi comunemente, non è colui che legge le carte ad agire da tramite, né le carte stesse a contenere un messaggio. Gli attori più importanti sono altri:

La sintonia fra chi legge e chi desidera ottenere informazioni: la relazione fra i giocatori è fondamentale, perché chi chiede non sente di poter trovare da solo ciò che cerca e per questo interroga la propria coscienza attraverso lo specchio di un’altra persona;

L’intuizione: il senso naturale (e non sovrannaturale!) attraverso il quale ognuno può percepire la presenza di un seme già piantato nel terreno della vita, di una strada già imboccata ma ancora avvolta nella nebbia dell’inconsapevolezza;

Gli archetipi: i simboli predeterminati nell’inconscio collettivo, sono rappresentati nelle carte e solleticano l’occhio (coscienza) del loro osservatore, ispirandone l’intuizione;

Il libero arbitrio: che si esprime nel chiedere, riporre fiducia e credere, accettare indiscriminatamente una realtà o mettere in atto azioni per cambiarla.

I quattro elementi citati sono determinanti e spiegano la possibilità e l’efficacia stessa del processo di divinazione, giacendo alla sua radice.

Non esiste spiegazione sufficiente per lo scettico ottuso, ma la realtà è molto più semplice di come possa apparire: la distanza fra conscio (= la parte che chiede) e inconscio (= la parte che sa) è colmata dalle carte, che agiscono allo stesso tempo da distrazione per la mente razionale e da varco verso la mente creativa. Inoltre, se ammettiamo che persone e cose siano interconnesse, il campo magnetico che ci mette in relazione gli uni agli altri agisce da lubrificante che rende possibile una comunicazione sottile fra le parti.